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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Teoria umanistica

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo si afferma, all’interno della psicologia, una nuova tipologia di pensiero che si contrappone sia alla psicoanalisi sia al comportamentismo, ossia la Psicologia Umanistica. Il modello umanistico focalizza il suo interesse sull’esperienza concreta dell’individuo, sul qui e ora della realtà e sull’uomo in quanto individualità singola.  Gli argomenti di cui si interessa questo ramo della psicologia sono quelli che non hanno trovato molto spazio nelle teorie precedenti e sono l’amore, la creatività, la crescita, l’organismo, l’autorealizzazione, il gioco, la trascendenza dell’Io, la responsabilità etc. e il modello dell’uomo al quale tende si basa su una visione non deterministica dell’agire umano, ossia l’individuo viene ritenuto in grado di crearsi autonomamente il proprio destino.  A gettare le basi del movimento sono Carl Rogers1 e Abraham Maslow2  La teoria rogersiana della personalità si basa sul concetto di organismo, inteso nel suo si

Teoria sistemica

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Il biologo austriaco L. Von Bertalanffy con la “teoria generale dei sistemi” propose di descrivere e studiare tutti gli organismi come dei sistemi. Si può definire sistema ogni livello di organizzazione formato da parti differenziate che cooperano per formarne un’ entità organizzativa con specifiche funzioni, funzioni che non possono essere svolte dalle singole parti autonomamente. Quindi, un gruppo di persone che si trovano insieme per caso non sono un sistema perché cambiando la loro struttura le loro proprietà non si modificheranno, invece, un gruppo di persone che lavorano, giocano o cantano insieme formano un sistema, che può essere stabile o temporaneo, perché hanno delle relazioni, un’ organizzazione che li lega e concorrono a degli scopi comuni. Se si scompone un sistema nelle sue singole componenti esso perde le sue funzioni e questo accade anche nei sistemi creati dall’ uomo: la famiglia, un ufficio, un’ azienda, la società. In questa ottica anche il singolo soggetto può e

La classe

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François Bégaudeau è insegnante di francese in una scuola media superiore parigina. Facciamo la sua conoscenza mentre si incontra con i colleghi (vecchi e nuovi arrivati) ad inizio anno scolastico. Da quel momento rimarremo sempre all'interno delle mura scolastiche seguendo il suo rapporto con una classe.  Il suo metodo d'insegnamento, che si rivolge a un gruppo eterogeneo di ragazzi e ragazze, mira ad offrire loro la migliore educazione possibile in una realtà cui i giovani non hanno un comportamento sempre inappuntabile e possono spingere anche il migliore dei docenti ad arrendersi a un quieto vivere che non richieda confronti e magari scontri con gli allievi. Non tutti infatti apprezzano la sua franchezza e il professor Bégaudeau si troverà dinanzi a un caso che lo metterà in una posizione difficile. Grazie all'esperienza, tradotta in una sorta di diario di viaggio attraverso un anno scolastico, dell'insegnante François Bégaudeau il regista ci aiuta a riflettere su q

Inconscio e psicoanalisi

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L'inconscio è la parte della nostra psiche che non raggiunge il livello della coscienza. Al sistema inconscio diede particolare importanza la teoria psicoanalitica, distinguendolo dalla parte conscia e dal preconscio. Nella grande maggioranza dei casi, si può trascorrere l'intera vita disinteressandosi dei messaggi che provengono dall'inconscio e ignorandone addirittura l'esistenza. Per lo più è nelle situazioni di sofferenza (angoscia, fobie, insonnia, perdita di controllo) che si ricorre alla psicoanalisi come specifica possibilità di cura che indaga le motivazioni inconsce dei comportamenti. L'immagine più suggestiva per comprendere l'importanza dell'inconscio ce la offre Sigmund Freud, che paragona il nostro apparato psichico a un iceberg: la parte che emerge al di sopra dell'acqua è la parte conscia, mentre l'immensa parte sommersa, tanto più grande di quella visibile, è la parte inconscia (psicoanalisi). Freud ritiene che il funzionam